„ DEA
„
( di Cesare Bovio )
Scendeva altera e bianca
come statua di sale senza corpo nè sangue
passo dopo passo
seguendo il sentiero roccioso che degradava verso la battigia
sembrava
un’anima finalmente libera
mentre fissava l’immensità del mare
sottostante
ed imbeveva i suoi occhi del luccicchio che
emanava dalle onde del mare
che come specchi balucinanti riflettevano quegli antichi ed eterni
bagliori
baciate alternativamente ed incessantemente dal chiarore lunare
mentre il profumo della macchia mediterranea
la inebriava
e più che donna…si sentiva una dea uscita dal limbo
spinta da un bisogno incontenibile di
immergersi nelle acque del mare
forse per purificare la sua anima e uscirne
nuova
in attesa del primo sole che avido di quelle
gocce salate
l’avrebbe resa luminosa ed astrale… come
evanescente cometa
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