martedì 5 luglio 2016
TORINO 1939 ( di Cesare Bovio )
-Dentro: sensazioni scoordinate,emozioni ovattate, insoddisfazione di me e degli altri.
-Fuori: una grigia mattina d’inverno ed io fermo in piedi in attesa del tram che mi porti alla scuola.
-Noia, grigiore,solita routine….Dove sono i mari azzurri ed i cieli limpidi di terre lontane ?
-Dove il calore del sole e il profumo di fiori e di spezie tropicali delle mie fantasie mai vissute ?
-La cartella mi pesa col suo carico di libri zeppi di nozioni che dovrebbero trasferire nella mia mente -già arida e delusa- informazioni e conoscenze di vario genere, troppo spesso ingannevoli, ipocrite, devianti dalla realtà vera e codificate al fine di guidare la mia formazione su un binario imposto e predisposto.
Ribellarsi ? Impossibile !
-Sferragliare di ruote…ecco il tram ! ed io salgo insieme agli altri (operai delusi, studenti assonnati, donne inconsapevolmente represse) -Il solito gruppo sparuto di gente rassegnata che si ritrova di prima mattina, che si conosce visivamente, ma non si parla…incomunicabilità tacita, stanchezza, delusione e mancata voglia di rapportarsi con gli altri.
-Inverno fuori ed anche dentro. I miei occhi di adolescente che vagano fuori dai finestrini guardando indifferenti l’avvicendarsi di case ormai note e di botteghe ancora chiuse, mentre il Tram irrispettoso e fracassone ripete il solito percorso, sempre uguale, noioso, immutabile.
-Mortificare ogni giorno la propria esistenza pur di uscire dal limbo, tentativo disperato e costrizione giornaliera per guadagnarsi un posto migliore a livello sociale ed economico, ma senza certezze assolute e sempre brancolando nel buio col solo conforto di vaghe speranze, che resteranno poi disattese, forse perché evadere da una prigione senza sbarre è cosa impossibile.
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