(
Cesar Bovio )
Il
barcone affondava pian
piano
E
il ragazzo allungava una mano
Artigliando
al gommone le dita
Per
tentar di salvarsi la vita...
Non
capiva le scuse del mondo
Disperato
guardandosi intorno...
E
una ridda di folli emozioni...
Mentre
l'acqua invadeva i polmoni...
Si
svegliò... in quel freddo ospedale
E
la pelle bruciava di sale...
La
sua testa sembrava scoppiare
Riviveva
la furia del mare...
I
momenti di orrore vissuti...
E
le grida di amici perduti...
Ed
intanto -in cuor suo- chiedeva
Se
quel Dio... che è "giusto" ...esisteva...?
Non
capiva per quale ragione
Questa
vita per troppe persone
E'
un calvario continuo...incessante...
E
perchè c'è chi ha troppo ??... e chi ha niente... ? ?
Però spesso aguzzini son quelli
Che
lui crede i suoi stessi fratelli...
Nati anch'essi in quel folle paese...
E
che dicon di avere una fede...
Si... i colpevoli in fondo son tanti...
Son "Politici" e mostri aberranti
Che
costringon persino i bambini
A
fuggire in paesi vicini
Dove
a volte non giungono mai...
( Non c'è scusa ... nemmeno per noi...!! )
( Non c'è scusa ... nemmeno per noi...!! )
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