martedì 18 ottobre 2016

Ricordo di mio zio Lorenzo

 
Ricordo di mio zio Lorenzo
(di Cesare Bovio)



-Di mio zio Lorenzo ricordo l'ironia, l'umorismo sottile e quelle sue brevi “massime” lapidarie, così istruttive e ricche di contenuti.

-Era uomo di poche parole, ma di grande saggezza, al quale devo molto, perchè non occorrono lunghi discorsi per insegnare ad un bimbo : “la vita”. 
 
-In paese lo chiamavano “Cinetu” (strano ed inspiegabile diminutivo del suo vero nome) 
 
-Uomo tranquillo e forte, era sempre indulgente e comprensivo nei confronti degli altri, senza mai scandalizzarsi per i loro piccoli difetti e tollerando, come un buon padre, certe loro meschinità.

-Intelligente e profondamente esperto della vita, aveva viaggiato molto -fin dall'età adolescenziale- e vissuto mille avventure in giro per il mondo.

-Spesso noi due ce ne andavamo in bicicletta, silenziosi -ma complici e felici- per quelle stradine di campagna fiancheggiate da vigneti multicolori, che costituiscono il paesaggio ameno delle colline piemontesi e seguivamo placidi il percorso per arrivare alla vigna dello zio.

-Con la mia biciclettina, io pedalavo furiosamente per stare al passo con la sua -che pur essendo un ferrovecchio decrepito- egli curava diligentemente pulendola ed oliandola con cura quasi maniacale.
-Lo zio cavalcava con aria imponente la sua bicicletta, pedalando tranquillo,con il suo “mezzo-toscano” spento perennemente piantato su un angolo della bocca, mentre io lo seguivo ammirato come un piccolo centurione romano infatuato del suo
Giulio Cesare”.

-Sentire il “colpo di zampa” di una lepre spaventata e vederla poi fuggire attraverso i filari delle vigna di mio zio, oppure rubare le ciliege dalla pianta di un vicino rimangono per me ricordi indimenticabili e struggenti che fanno parte del mio piccolo universo esistenziale e che mi porterò nel cuore finchè avrò vita.

Immagine tratta da Internet

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